sabato 18 agosto 2007

L'escursione a cavallo

Non si puo' lasciare il Kirghizstan senza avere fatto una escursione a cavallo. Qui la tradizione equestre e' molto forte; il popolo kirghiso e' stato quasi sempre costituito da gruppi di nomadi, in costante spostamento alla ricerca dei pascoli migliori per il proprio bestiame; il cavallo costituiva, e tuttora rappresenta, il mezzo di spostamento migliore sui monti e nelle vallate alpine.
Organizzo quindi una escursione insieme a Raul, il pianista francese che ho incontrato a Osh qualche giorno fa. Decidiamo di cavalcare fino a Song Kol, uno splendido lago a 3500 metri di altezza. Staremo in sella per 2 giorni.
Il primo giorno partiamo verso mezzogiorno. Per due ore avanziamo in pianura, in mezzo a campi di erba gialla alta almeno un metro. Poi il sentiero inzia a costeggiare il fiume e quindi si inerpica sul fianco di una montagna. Il panorama intorno a noi e' molto verde: i monti sono ricoperti da pascoli di erba fresca e non c'e' altro tipo di vegetazione in vista. Probabilmente abbiamo gia' superato la quota limite oltre alla quale non crescono piu' alberi.
Con l'avanzare della giornata i sorrisi e l'eccitazione pre-partenza lasciano il posto ad una silenziosa sopportazione: scopro di essere allergico anche ai cavalli! Passo il tempo a starnutire e a soffiarmi il naso. Benedico il rotolo di carta igienica che mi sono portato appresso nella borsa a tracolla.
Alla prima sosta approfitto per darmi una pompata di Ventolin e mi riapro i bronchi. Oltre al respiro affannoso, l'andatura ritmica del cavallo consuma la pelle del mio sedere che e' un piacere... Mettiamoci anche lo sciame di insetti volanti che ronzano in continuazione intorno al viso... un calvario, insomma!
Ci fermiano, con mio grande piacere, intorno alle cinque del pomeriggio presso un campo di yurte, a meta' strada tra il fondovalle e il lago. Passo il resto della giornata a camminare sui monti intorno alle yurte, tra greggi di pecore e cavalli allo stato brado. In serata veniamo raggiunti da una coppia di austriaci che hanno seguito il nostro stesso percorso, ma a piedi. Ceniamo a base di zuppa, the e tanto pane. Subito dopo il pasto, la signora che ha preparato da mangiare prepara i nostri giacigli all' interno della yurta. Dormiremo sopra e sotto uno spesso strato di coperte. La temperatura cade a picco e passa velocemente da 25 gradi a 10 scarsi. Ci perdiamo con lo sguardo in questa spettacolare notte d'alta montagna e contiamo eccitati un gran numero di stelle cadenti.
Ci alziamo tutti di buon'ora e dopo una robusta colazione a base di riso-latte (bleah) e marmellata (slurp) si torna in sella. I dolori al sedere iniziano subito, aggravati dalla strada in salita verso il passo di montagna. Dopo avere scollinato il sentiero non e' piu' ripido, ma scende dolcemente verso il lago, che si inizia a intravedere il lontananza. Il mio cavallo, per ragioni che ignoro, inizia a questo punto una deviazione che mi porta a cavalcare ad alcune centinaia di metri rispetto al resto del gruppo; a nulla servono i fischi e i richiami della guida; continua solitario per la sua strada.
A mezzogiorno ci fermiamo in un campo di yurte per il pranzo; ci servono del riso (plov) ed una insalata di cetrioli e pomodori: mangio tutto.
La sosta e' breve. Ci aspettano ancora 3 ore di marcia.
Accade quello che NON doveva accadere: un attacco acuto di sciolta. E capita nel posto meno congeniale: una vasta pianura, erba e pascoli a perdita d'occhio, niente che possa somigliare ad un riparo - una roccia, un albero, un avvallamento, una buca - in vista. Mi lascio ricadere in fondo al gruppo e balzo senza esitazione giu' dal cavallo, mi sfilo i pantaloni e affondo nell' erba: liberazione! E mentre io mi contorco, l'equino bruca tranquillamente l'erbetta a qualche metro da me...
Ritornato in sella, torno in timido galoppo verso il gruppo; Raul e l'accompagnatore sorridono; hanno capito tutto.
Arriviamo prima del previsto al campo di yurte che ci ospitera' per la notte. Il lago e' a pochi passi da noi, splendido, blu, vasto, ghiacciato. Tutto intorno una corona di montagne, le cui cime si perdono in una leggera foschia pomeridiana.
Due giorno a cavallo e una notte in yurta mi fanno sentire un poco sporco ed appicicaticcio. Prendo sapone e asciugamano e mi avvio deciso verso il lago. Immergo i piedi e l'acqua mi punge come un ago. Prendo lentamente confidenza e culmino la mia esperienza sfilandomi le mutande e immergendomi completamente, dopo essermi dato una bella insaponata. Rinasco.
Raul e Michael (il trekker austriaco) mi imitano e ci sentiamo tutti piu' puliti.
Ci rilassiamo nella yurta e attendiamo la cena, un bel brodazzo a base di carote e patate. Lo appesantisco con tocchi di pane. Fuori intanto scende il silenzio mentre il sole tramonta oltre le montagne. Fa molto piu' freddo rispetto a ieri. Non e' piu' tempo di chiaccherate sotto le stelle. Il vento e' una lama affilata. Ci rintaniamo tutti (io, Raul e una coppia di giovani francesi) sotto le coperte a lume di candela e cerchiamo di ammazzare il tempo. Sono le nove di sera.
Rene'

Guardate come ero spiritoso prima dell' imprevisto!
(ho caricato altri video - cliccate il link nel menu di destra)

8 commenti:

Anonimo ha detto...

che asino che sei ninni!!
w il ventolin! e w l'asciugone regina!

Anonimo ha detto...

minchia il latte di cavalla fermentato! grandi racconti rené e i video sono unici. per festeggiarti vado a buttare altri venti dollari al winners casinò di Winnemucca.
Mauro

Anonimo ha detto...

Più che il ventolin dovevi portarti il dissenten! :-) Vedo comunque che va tutto bene...Alla prossima.
Grazia

Eros ha detto...

Vai Renè complimenti per i racconti...esperienze uniche. Poi dai... un attacco di sciolta dopo 1 mese di viaggio era da mettere in preventivo... e poteva andare anche peggio, pensa se fosse venuto anche all'equino un attacco mentre brucava a poca distanza da te....

Anonimo ha detto...

I-Mo-Di-UUUU-M!

represents everything i hate!

Mario

Unknown ha detto...

Grande renato!

torno dalle vacanze e mi fiodno subito a rifarmi del tempo perduto

grazie del video: è da quando un kirziko (o turkmeno?) nel bazaar di istanbul mi ha parlato dei suoi cavalli e della grande pianura che ci penso. il tuo video era perfetto

quoto altro commento fatto: bad mistake! imodium sempre a portata di mano!

ahahah

grande
attendiamo bramosi le prossime

mik

Anonimo ha detto...

bravo ninni, la colonna sonora è unica! sei intonato bene, hai presa dalla mamma! hihihi
per il resto canta che ti passa, no?
ciao ciao

Anonimo ha detto...

mitico!!!!!!!!!!
mi hai fatto veramente morire dal ridere!!!
..molto interessante il video...e soprattutto come canti bene!!!!!!!!!!!!
Vero