domenica 12 agosto 2007

Fergana Valley

Fergana Valley, ovvero, la valle che non si vede. I monti che la circondano sono talmente distanti che non se ne percepisce manco l'esistenza. Il clima gradevole l'ha resa la "valle degli orti" dell' asia centrale, condivisa da Uzbekistan e Kirghistan. Tutta la frutta, le verdure, il cotone, provengono da qui.
Anche io ho approfittato del clima mite e addirittura di qualche scroscio d'acqua dopo le sudate patite a Samarcanda e Bukhara.
Prima di arrivare a Fergana sono stato due giorni a Tashkent, la capitale uzbeka, per recarmi all' ambasciata indiana (volevo fare il visto) e sentirmi dire che il visto e' meglio se lo faccio in Pakistan, perche' alla frontiera tra Cina e Pakistan, con un visto indiano sul passaporto, potrebbero sorgere dei problemi... mah... E' sempre colpa dei pakistani, assicura il diplomatico indiano dell' ambasciata. Guerra fredda perenne.
Non e' stato facile lasciare Tashkent, oltre 2 milioni di abitanti su una superficie molto estesa: ci ho messo oltre 2 ore e 30 minuti, piu' la gentile collaborazione di una ragazza, per trovare il punto di partenza dei taxi per Fergana. Consultando la mia guida di viaggio mi ero recato erroneamente nella parte opposta della citta'...
L'arrivo a Fergana, dopo 4 ore di auto, e' gradevole e la permanenza in citta' altrettanto: clima mite, come vi dicevo, stanza singola con bagno e doccia calda al 5 piano di un decrepito (grosse crepe) albergo soviet style, un ottimo bazaar per fare provviste alimentari (mi sono mangiato un enorme melone) e l'incontro con Shah, impiegato in un internet cafe' che mi ha accompagnato una sera alla scoperta della citta'. Non ancora ventenne, mi racconta che ha piacere a passare un poco di tempo con i turisti per praticare il suo inglese, che sta studiando da solo, perche' a scuola lo insegnano poco e male. Davvero una buona parlata, per essere un autodidatta! Mi racconta di tutte le persone che ha conosciuto nell' internet cafe', anche parecchi italiani.
Da Fergana, dove resto due giorni, il passaggio al Kirghistan e' breve: due cambi di minibus e dopo 2 ore scarse arrivo ad Osh e sposto la lancietta dell' orologio avanti di un'ora. Qui opto per la sistemazione piu' economica consigliata della guida: un appartamento trasformato in mini ostello, con posto per 7 persone; conosco Simon (svizzero) e Raul (francese) appena giunti dal Tajikistan. Mi spiegano subito il giro del fumo: non c'e' acqua corrente a causa di un acquazzone abbattutosi la passata giornata ed il ragazzo che cura l'appartamento si assenta 5 volte al giorno per andare a pregare in moschea. Di fatti, usciti insieme a cena, siamo restati chiusi fuori e abbiamo dovuto attendere il ritorno del ragazzo! Simon e Raul han gia' le scatole piene dell' andazzo e aggiungiamoci anche lo sciame di zanzare notturne, il concerto-latrato dei cani di periferia, la pulizia sommaria dell' appartamento (il frigorifero diventato luogo di riproduzione delle mosche) tanto basta per cambiare sistemazione il giorno successivo.
Passiamo quindi in tre ad occupare una stanza in un albergo nei pressi del bazaar: paghiamo di meno ed il bagno e la doccia sono puliti!
Il luogo piu' bello di Osh e' sicuramente il bazaar, un labirinto di viuzze che occupano un quartiere della citta', brulicante di vita e chiassoso. Impressionate la "zona alimenti" con montagne di arachidi, abbondare di frutta, mezzi montoni ancora gocciolanti sangue e pile di pani rotondi, della forma di un piatto. Approfitto per farmi una scorpacciata di uva, fichi e pesche.
A Osh consumo anche il primo piatto di spaghetti! Molto lunghi e spessi, quasi come un bucatino, ma senza il buco, di pasta fresca, fatti saltare in padella, con un mix di verdure (zucchine, peperoni, melanzane, pomodori) e un poco di carne sminuzzata. Gustosi! Peccato che mi sono rovinato un poco la bella esperienza perche', entrando nel locale, ho inavvertitamente calciato una brocca di vetro, mandandola in frantumi (il gesto mi e' costato piu' di una notte in albergo!).
Beh, oltre a questo, Osh e' decisamente una citta' economica: l'albergo (stanza in condivisione), 2 pasti e alcune birre non mi sono costati piu' di 10 euro!
Rene'.

PS: finalmente, in Kirghistan, riesco a leggere i commenti al blog! Sono davvero tanti e molto belli: grazie, grazie, grazie!
Nella sezione dei link, sulla destra, ho aggiunto i collegamenti diretti alle foto e ai video del viaggio: have a look!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao René, ti sei ripreso dalle cavalcate? saluti dal lago, tutti contenti della tua esperienza. ciao ciao - bacio

Anonimo ha detto...

Bella René! Io ora sono a S. Francisco, la seconda tappa del mio viaggio on the road. Vivo negli ostelli e pascolo per le città. Viaggiando da solo si incontrano persone assurde. Però è un po' pesante girare sempre da soli. Non trovi? 100 punti alla descrizione del mercato con il montone gocciolante.
A presto
Mauro

Unknown ha detto...

renato, una domanda. ti sto tracciando su google earth, ma mi son perso: hai fatto tashkent->treno samarcanda->bukhara->samarcanda->tashkent->fergana?

grazie!

mik