giovedì 27 dicembre 2007

Il super treno

E' arrivato il momento di prendere il treno e di portarsi verso la Cina Orientale. Alle mie spalle lascio gli splendidi e selvaggi paesaggi tibetani, cieli limpidi e puliti come probabilmente non ne ho mai visti, cime maestose e un popolo sorridente, pittoresco nei costumi e ospitale. Nelle mie narici avverto ancora il forte odore delle candele di burro di yak, quel particolare aroma che si insinua e permea ogni angolo e stanza di un monastero tibetano. Sto per abbandonare la tranquillita' delle montagne per fare spazio al rumore e alla frenesia della citta' cinese.
Da novembre 2006 la ferrovia ha raggiunto il Tibet. E' un miracolo ingegneristico, interamente cinese. Pensate che il treno, prima di arrivare a Lhasa, a 3600m di quota, raggiunge altezze oltre i 5000m e viaggia su uno strato di terra perennemente ghiacciato (permafrost).

La stazione di Lhasa e' nuovissima, bianca e lucida, e ricorda vagamente il Potala Palace. La prossima tappa del mio viaggio e' Zhengzhou, Cina centro-orientale. Dal Tibet sono 40 ore di treno. Ieri pomeriggio ho fatto provviste e parto equipaggiato con: bottiglione da 1,5 litri di acqua, 1 bevanda al latte multivitaminica, 2 bricks di the freddo, 1 brick di latte al cioccolato, the e caffe' istantaneo, 2 confezioni di biscotti al cioccolato, 2 plum cake, 2 snickers e 4 zuppe di instant noodles. Dovrebbe bastare...

Il treno parte puntuale alle 10 di mattina, con capolinea Shanghai; e' decisamente affollato: io sono in una cuccetta da 6 con altri 5 compagni di viaggio cinesi.

Le prime 6 ore sono spettacolari. Si percorre un'ampia vallata a oltre 4000m; alla nostra sinistra costeggiamo ad un certo punto una montagna innevata alta oltre 7000m. I villaggi lungo le rotaie sono piccoli e molto distanti l'uno dall'altro. Ogni tanto si scorge una mandria di yak al pascolo su campi gialli e spelacchiati. Tutti i viaggiatori, me compreso, hanno la faccia attaccata al finestrino. Impossibile perdersi anche un solo minuto di questo spettacolo. Man mano che il treno sale di quota, l'erba lascia spazio alla neve. Stiamo percorrendo un vasto, immenso, altopiano bianco; in lontanza si scorge la sagoma frastagliata di una catena montuosa. E' incredibile come a quasi 5000m di quota ci possa essere uno spazio pianeggiante di tale ampiezza; uno si aspetterebbe di essere sulla punta di una montagna...




I vagoni del treno sono equipaggiati con bombole di ossigeno, in caso qualche passeggero mostri i segni del mal di montagna e abbia difficolta' respiratorie.

Mentre all'interno, lungo i corridoi, si avverte chiaramente lo slurp slurp delle zuppe istantanee, all'esterno il Tibet da il meglio di se. Immagini che si imprimono indelebilmente sulle retine dei viaggiatori.

Una voce registrata racconta le fasi della costruzione della ferrovia e, in inglese, ricorda i primati di questo prodigio: 5100m, il punto piu' alto al mondo raggiunto da un treno; 5000m, la galleria ferroviaria piu' alta. Eccezionale, la Cina stupisce sempre. Quando la narrazione si interrompe parte sempre la stessa cassetta musicale: cover, in cinese, di canzoni inglesi; riconosco brani di Pink, Rod Stewart e anche il ritornello di Fra Martino Campanaro!

Al termine della prima nottata il treno ha ormai lasciato il Tibet e si appresta a percorrere le pianure della Cina Centrale. Nottetempo siamo scesi bruscamente di quota e ora saremo intorno a 2000m. I paesaggi si fanno meno interessanti e passo tutto il tempo a leggere o a sonnecchiare, disteso sul letto. Esaurisco le provviste e per cena mi affido a quanto propone il vagone ristorante: riso in bianco con manzo e verdure in salsa di soya: non male. Mi faccio poi un caffe' e ritorno a letto a leggere, in attesa di prender sonno. Prima di addormentarmi definitivamente preparo lo zaino in modo da essere pronto per lo sbarco nel cuore della notte. Il treno giunge puntuale a Zhengzhou, alle 2.50

Rene'

1 commento:

Anonimo ha detto...

Subito un altro racconto!!!

Baci.
Dani (MI)