martedì 30 ottobre 2007

La terra dei Re (1)

Terra dei Re, e' questo il significa di Rajastan, una regione arida e spettacolare che racchiude ed evoca ad ogni passo lo sfarzo e i fasti dei Maharaja.
Bikaner e' la prima citta' che visito, ai margini nord orientali del Gran Deserto di Thar, il torrido confine naturale che separa India e Pakistan. E' forse la destinazione meno turistica del Rajastan; c'e' un bel forte e una citta' vecchia con edifici storici, ringhiosi cani randagi e carri trainati da cammelli. L'attrazione principale si trova pero' una decina di km fuori dal centro: e' il Karni Matha, il tempio dei topi. Qui una antica leggenda vuole che i roditori siano una incarnazione di cantastorie e che quindi siano considerati sacri e venerati. Gli animali affollano il cortile del tempio e si abbeverano intorno a grosse scodelle contenenti latte, offerte dai devoti. E' segno di buon auspicio se, nel corso della visita, si avvista un topo bianco. A me non e' capitato: ero piu' occupato a cercare di evitare i roditori e le cacche di piccione (nel tempio si entra a piedi nudi).
Mi lascio alle spalle Deshnok e il Karni Matha per puntare in direzione sud-ovest: mi addentro ulteriormente nel deserto e raggiungo Jailsamer. La citta' una piccola e incantevole gemma dorata, incastonata in cima ad uno scoglio roccioso che spicca solitario in mezzo al terreno arido e brullo. Ogni casa a Jailsamer ha un tetto piatto che e' perfetto per addentrarsi con lo sguardo nel vasto spazio desertico. Solo ogni tanto la tranquillita' del posto e' rotta dal boato di un jet supersonico che pattuglia il vicino confine con il Pakistan. Anche se la cittadella si e' ormai sposata alle esigenze turistiche - il numero di ristoranti e alberghi e' ben al di sopra delle reali necessita' - e di giorno e' sul punto di soffocare, stretta nella morsa di turisti, negozianti e guide, e' alla sera che regala sensazioni magiche, quando le luci si spengono e le voci e i rumori si dissolvono lasciando il posto alla serena, silenziosa e fresca notte desertica.
A Jailsamer vengo colpito dal richiamo dell'avventura e ben presto mi trovo a dorso di un cammello a trottare in mezzo al deserto. La caravana e' composta, oltre che da me, da una giovane coppia di coreani e da una coppia di spagnoli. Rispetto al cavallo, il cammello ha una andatura dal ritmo piu' lungo e dolce e si e' seduti ad una altezza maggiore sul terreno. Il primo giorno cavalchiamo per circa 5 ore in mezzo a una vegetazione composta da arbusti spinosi, qualche albero e roccia intervallata a fili d'erba affilata. Il sole picchia duro e mi costringe ad abbeverarmi spesso dalla borraccia: l'acqua e' diventata presto calda come un the! Verso mezzogiorno l'ombra di un grosso albero ci accoglie come un oasi; stendo un tappeto e dopo essermi sgranchito gambe e sedere casco in un piacevole sonnellino. Il pranzo, considerato il fatto che siamo in mezzo ad un deserto, e' molto buono: patatine fritte, curry di verdure, riso e chapatis; niente male. Mi torna in mente l'escursione in cavallo in Kyrgyzstan quando i pasti erano costituiti da pane raffermo, yoghurt e zuppe di montone... Decisamente tutta un'altra storia!
L'aria e' molto calda e secca ma all'ombra si sta bene e spira una leggera brezza. Dopo il pranzo mi addormento nuovamente; sto diventando un indolente orientale, sempre seduto o sdraiato da qualche parte.
Per fortuna non sono partito con l'idea di navigare in un mare di sabbia. Di dune ce ne sono poche; ogni tanto se ne avvista un gruppetto isolato, che si alza dal terreno roccioso. E' tardo pomeriggio quando scorgiamo la nosta isola di sabbia. I cammelli vi si dirigono al trotto e danno il colpo di grazia a sederi poco abituati alla marcia. Carlos e Maria (gli spagnoli) alzano bandiera bianca e rinunciano al secondo giorno di escursione; domani mattina faranno solo un'ora a dorso di cammello per poi tornare in jeep a Jailsamer. Io e i coreani invece decidiamo di concludere l'escursione come da programma.
In silenzio, in cima a una duna, assistiamo alla sfera dorata del sole che si inabissa dinanzi ai nostri occhi tingendo l’orizzonte di un arancione intenso. Accolgo la sera e la frescura della notte con gran piacere, dopo avere passato quasi un'intero giorno sotto un sole spietato. Non fa freddo e mi appresto a dormire tranquillo raggomitolato nel mio sacco a pelo, sul giaciglio (uno strato di tappeti) preparatomi dalla guida. Poco distante, giunge di tanto in tanto un gridolino da parte della coppia coreana, ancora intenta a contare le stelle cadenti.
Svegliatomi alla mattina capisco subito di non avere dormito da solo: intorno al mio tappeto ci sono decine di sottili traccie. Sono gli scarabei che questa notte devono essere stati particolarmente attivi. Ad alcuni metri di distanza ne scorgo alcuni intenti a combattere per una pallina di sterco di cammello piu' grossa di loro!
La seconda gironata si rivela abbastanza monotona: il panorama e' un costante susseguirsi di roccie e arbusti, per nulla spettacolare; l'andatura del cammello e il sole cocente mi rimbambiscono. Passiamo sette ore interminabili e il sollievo e' grande quando, nel pomeriggio, avvistiamo la jeep che ci riportera' a Jailsamer. Fine della gran carovana desertica.
Di ritorno in citta' compio subito il passo successivo e con un bus notturno mi sposto a Jodhpur, la Citta' Blu, dove piombo ancor prima delle luci dell'alba. Scelgo a caso un hotel dalla guida e mi ci dirigo su un auto-rickshaw. E' buio e le strade del centro sono deserte. Per fortuna il tassista sa il fatto suo e mi conduce sicuro a destinazione. Sbrandiamo il proprietario della Blue House Guesthouse: alle cinque di mattina ritrovo finalmente un soffice e piacevole materasso.
Rene'

3 commenti:

Anonimo ha detto...

rené sei straordinario a dipingere i paesaggi con le parole... mi ma che sonno che mi fai venire con i tuoi riposini all'ombra di alberi e coccolato da tenere brezze, sai che ti dico: che dopo un'intera giornata a cavallo di ascensori, treni e metrò vado a riposarmi sotto ... le mie calde e morbide lenzuola sognando i tuoi meravigliosi paesaggi. a presto. giambattista

Anonimo ha detto...

Ma Giamby...
Vai a letto alle 21.10???

Super Giovane!!!

Un sorriso,
Davide V.

René van Olst ha detto...

Davide scatenato!