lunedì 1 ottobre 2007

Dove osano le aquile (2)

Mi sono messo in testa che devo assolutamente vedere il K2; dopotutto sono nella regione del Baltisan, il regno degli scalatori!
La prima cosa da fare e' avvicinarsi il piu' possibile al monte. Mi sposto quindi a Khaplu, 3 ore di minibus da Skardu in direzione est. Come al solito viaggio compresso come una sardina, ginocchia al petto e sedere dolorante.
Il villaggio di Khaplu, per gli stranieri, e' "end of the road". La linea di confine (Line of Control) del conteso Kashmir e' troppo vicina e oltre questo punto si viaggia solo con permessi speciali: e' zona militare.
Khaplu non offre molte possibilita' di sistemazione: due alberghi di categoria media e alcuni ristoranti-locande. Io alloggio in uno di questi ultimi, l'Hotel Kunis, un posto infimo e scarafaggioso che mi costringe, per la prima volta, ad utilizzare il sacco a pelo invece delle coperte; d'altronde, per la modica cifra di 1 dollaro, non e' che si possa pretendere granche'... Il piano terra dell'albergo e' un ristorante perennemente ostaggio di un nauseabondo odore di olio di frittura, con pareti annerite dal fumo e tavolacci di legno. Al primo piano, si trovano alcune camere: letti con lenzuola bucate e una enorme quantita' di mosche, nate probabilmente dall'insana idea dei gestori di abbandonare gli avanzi di cucina sul tetto, piatto, della casa. Passeggiando per le strade del paese un negoziante pakistano mi chiede dove dormo: "all' hotel Kuna" rispondo. Si gira verso un amico e scoppia a ridere. "Kuna? Sei sicuro?". "Beh si. Guarda, e' quello li, a sinistra, lungo la strada principale". Ma non smette di ridere. "Kuna nella nostra lingua significa ano! Il nome del tuo albergo e' Kunis" mi spiega. Ah... Lo accompagno nella risata; comunque, nomignolo e' quantomai azzeccato.
Ma non tutto il male viene per nuocere. A Khaplu ho il piacere di assistere a una animata partita di Polo e, essendo l'unico straniero ai bordi del campo, ho l'onore di essere ospitato nella piccola tribuna coperta, in mezzo a due poliziotti armati di mitraglietta e spara-fumogeni. Nel corso della partita i poliziotti si divertono a scacciare ripetutamente un gruppo di bambini che, secondo loro, sta infastidendo la "tribuna d'onore"; si avvicinano loro agitando in aria i bastoni, tra gli schiamazzi e le risate dei ragazzini.
Inoltre incontro Rustam Ali, un simpatico e longilineo signore che mi invita nella sua guesthouse a Machulu, un paese a 10 km da Khaplu. "Ti propongo un trek di 2 giorni con la possibilita' di vedere la vetta del K2". Wow, ok, e' quello che aspettavo.
Il giorno seguente mi reco all' ufficio del sovraintendente al Turismo e mi faccio fare un permesso speciale per il trek, visto che andro' in una zona ad accesso controllato. Abbandono con piacere l'hotel Kunis e mi sposto quindi a Machulu, alla Felix Guesthouse, cosi nominata alla memoria di uno scalatore basco morto nel tentativo di scalare il Gerschenbrun 2. L'albergo e' la sede di una NGO spagnola e fa da scuola da alpinismo per i ragazzi del luogo, ai quali viene insegnato il mestiere di portatore di alta quota. In questa regione infatti ogni uomo e' un potenziale portatore. Il numero di spedizioni alpinistiche che ogni stagione tentano di scalare le vette pakistane e' impressionante (oltre 200) e ogni spedizione necessita' di un gran numero di guide, portatori, aiutanti e cuochi; tutta gente ingaggiata tra gli abitanti della zona.
Se a Khaplu c'era poco o niente per il viaggiatore a Machulu non c'e' proprio nulla. Nostante ci abitino quasi 4mila persone, ci sono solo 2 negozi di alimentari, con poca merce e nulla di fresco. Rustam Ali (la mia guida) mi spiega che in paese si vive ancora di agricoltura di sussistenza. Racimolo a fatica le provviste per il trek: al negozio riesco ad acquistare solo i biscotti, sale e zucchero, mentre chiedo ad Ali di comprare alcune verdure da un contadino.
La sera prima di partire Ali mi ragguaglia sul trek: partendo dalla guesthouse, a 2900m, raggiungeremo un alpeggio a 4000m dove pernotteremo nelle casupole dei pastori; il giorno successivo raggiungiamo la sommita' di un monte a 5000m metri da dove, se il tempo e' bello, vedremo i quattro 8mila del Baltisan (K2, Broad Peak, G1 e G2); dalla vetta scendiamo nuovamente a 4000m, dormiamo e il giorno seguente rientriamo alla guesthouse. Pfff... Inspiro profondamente. Pare tosta, ma sono fiducioso. Ho sbolognato ad Ali gran parte dei miei bagagli e parto solo con lo zainetto e la strenua volonta' di raggiungere lo scopo.
Il primo giorno passa bene. Il tempo e' buono e raggiugo in un bagno di sudore il campo a 4000m. Intorno a me ci sono cinque bivacchi in pietra, alcuni recinti per le mucche e un piccante odore di sterco. Sono quasi le 5 del pomeriggio e ho abbastanza tempo per prepararmi una cena decente. Riesco a fare un sugo con i pomodori rimediati da Ali e sono troppo contento. Purtroppo il sugo viene rovinato dai Macaroni pakistani che passano immediatamente dallo stadio crudo a quello scotto senza passare per quello al dente. Risultato: un pappone limaccioso di colore rosso. Vabbe', ho fame e cerco di mangiarlo piu' in fretta possibile.
Ore 8: il cielo e' buio e fa un freddo cane. Srotolo il sacco a pelo e cerco di sistemarmi in una posizione che sia la piu' lontana possibile dalla pila di sterco essiccato che giace in un angolo della casetta.
Mi sveglio alla mattina parecchio indolenzito. Il sacco a pelo non si e' rivelato molto caldo e il leggero mal di testa causato dall' altura mi hanno fatto dormire solo a intermittenza. Riprendiamo a salire verso le otto. L'ascesa e' molto faticosa e muovo i passi lentamente. Pian piano il sentiero scompare, lasciando il posto a pendi scoscesi e grossi ammassi di roccie. Ali mi guida sicuro, di masso in masso. Respiro affannosamente ma alle due e mezza raggiungo la vetta, a quasi 5100m. L'altura gioca dei brutti scherzi e spinge al delirio; ho passato il tempo a canticchiare Sei un mito degli 883, La mia banda suona il rock e quella canzone di Vasco che fa "voglio trovare un senso a questa storia, anche se questa storia..." La testa mi fa male adesso ma il panorama e' eccezionale. E' sereno e si vedono molto bene tutte le vette del Baltisan. La piramide del K2, a solo una sessantina di km di distanza, svetta solitaria; la ammiro per lunghi minuti con il binocolo di Ali: uno spettacolo. Mi immagino alpinista, immerso nella neve, in cordata. Dopo 30 minuti di contemplazione inizia la discesa; mi sono appena fatto 1000m di dislivello in salita e ora me ne tocca scendere altrettanti! Ogni passo e' un fulmine alle ginocchia; le gambe iniziano a cedere. Cerco di essere il piu' lucido possibile per evitare di finire a ruzzolare lungo il pendio; una strada senza ritorno. Divento sempre piu' lento; sono al limite delle forze. L'accampamento dei pastori pare un miraggio; non arriva mai. Vi giungo, alla fine, stremato, verso le 6. Il sole sta tramontando; fatti due conti, oggi ho camminato per 10 ore!
Scendendo abbiamo fatto un'altra strada e l'alpeggio non e' lo stesso di ieri sera: e' piu' piccolo e, aihme', tutte le casette sono gia' occupate dai pastori. Mi aspetta una notte all'aperto e, vista la temperatura di ieri, la cosa mi spaventa. Ceno a base di patate e carote bollite e poi preparo il giaciglio. Dormiro' in uno stretto corridoio tra due casette; e' abbastanza riparato e non si avverte il vento anche se il fatto di stare tra i due bivacchi significa che avro' spesso i pastori a gironzolarmi intorno. Ali adempie sino in fondo ai suoi doveri di guida e mi cede il suo sacco a pelo. Mi infilo quindi, vestito, nel mio sacco a pelo e poi in quello di Ali; da ultimo vengo coperto anche con un telo di plastica: 'na mummia!
Ci saranno non piu' di 5 gradi, pero' sto bene. Ho solo una piccola fessura, tra il naso e gli occhi, esposta al freddo. La notte sopra di me mi regala l'ennesima, splendida, Via Lattea di questo viaggio, ammirata stavolta in maniera inusuale. Vedo anche una stella cadente ed esprimo subito il desiderio di avere i piedi caldi!
Anche questa nottata, tuttavia, e' un lento stillicidio. Se vai a letto alle nove e ti sistemi under the stars a 4000m di quota pensi solo a una cosa: azz, tirare fino alle sei e' lunga. Quante ore sono? Nove? Miiiiii... Un pensiero che ti martella tutta la notte. E poi: dannazione, sto pure pagando per avere questo trattamento! Mettici anche che e' il primo giorno del Ramadan e oltre alle tue sofferenze ti ritrovi anche i pastori che ti camminano intorno alla testa, si preparano il the', chiaccherano e sbattono il latte per fare il burro.
Quando finalmente la notte inizia a fare spazio al giorno mi passo una mano sulla faccia e mi sembra di toccare una spiaggia. La polvere alzata dai passi dei pastori mi si e' attaccata al viso e devo sembrare un piccolo minatore. Non ho avuto freddo, ma non si puo' dire che sia riuscito a dormire. Dopo due giorni all'aperto inizio a sentirmi zozzo.
Non appena aver bevuto un the caldo io e Ali ci rimettiamo in cammino. Le 3 ore che mi separano dalla guesthouse, da un letto e da una doccia calda passano in fretta. Lungo la discesa vengo superato da una donna con una gerla piena di sterco di vacca. Mi fermo a pensare come deve essere la vita da queste parti: una esistenza da passare nei campi, sulle montagne, tra gli animali, a camminare, mungere, raccogliere, essiccare e trasportare letame. Ieri sera prima di andare a dormire Ali mi ha detto, indicando i pastori intenti a scaldarsi intorno a un fuoco all'interno del loro bivacco: "Rene', non sara' come dormire in un albergo, ma stanotte vivrai come loro; un'esperienza autentica".
E io aggiungo, dura, come la vita di questa gente e le roccie delle loro superbe montagne.
Rene'

4 commenti:

Anonimo ha detto...

"Tappetini nuovi Arbre Magic!"

Jibber

Anonimo ha detto...

Ciao Enzo - greetings from Duesseldorf - sieht aus, als haettest du jede Menge Spass!!! Liebe Gruesse Nicole

Anonimo ha detto...

Ciao Renè,
sono sempre più convinto che sei un grande!!
I tuoi racconti fanno davvero immaginare d'essere sui luoghi che tu racconti...
un salutone
Seba :-)

Anonimo ha detto...

d'ora in poi, la tua foto da montanaro campeggia sul PC di papà!notare le scarpe adatte!!!!!
baci