Fattore comune dei piatti pakistani è l'abbondante uso di olio, che costringe talvolta a inclinare il piatto in modo da fare un drenaggio del liquido in eccesso. Circa l'utilizzo dell' olio (di semi), venduto nei negozi in barilotti da almeno 3 litri, fa fede la visione della pubblicita' della marca Sufi, dove una splendida ragazza versa l'olio in una padella direttamente dal barilotto; poi l'immagine si ferma su una tavolata felice, sullo stile "dove c'e' Barilla c'e' casa". Yum!
Bevande: come sapete, il Pakistan e' un paese musulmano, quindi niente alcol. Sto bevendo la Coca con lo stesso piacere con il quale berrei una birra a casa... Poi c'e' il the, presente ad ogni ora del giorno, che qui viene bevuto con aggiunta di latte.
Concluso il trekking, il 14 settembre, come un fulmine a ciel sereno, inizia il mese del Ramadan (Ramzan). E chi lo sapeva? La cosa mi coglie completamente alla sprovvista. La quaresima dei musulmani. Qui la gente digiuna veramente. Ancora una volta si avverte la differenza tra paese e citta'. Nei piccoli centri, ristoranti sono chiusi e solo il 10% delle botteghe è aperto; nelle citta' invece, i negozi sono quasi tutti aperti e i ristoranti aprono verso il tardo pomeriggio. Per strada ci sono molte bancarelle di frutta e degli stand dove vengono fritti (olio, olio, olio!) degli involtini di pollo, pezzi di pesce, hamburger di montone, bomboloni ripieni di carne speziata e verdure in pastella (patate, peperoncini e persino cipolle intere).
Nelle citta' si assiste ad un vero e proprio ciclo del cibo: verso le 18 il digiuno viene interrotto dagli snack fritti; poi a partire dalla 21 si allesticono i bbq sui marciapiedi e vai di spiedino; a mezzanotte, tutti in gelateria. Quindi ci si riposa e alle 4 scatta la sveglia per fare un pasto prima dell'alba.
Noi turisti "infedeli", se abbiamo fame durante il giorno, ci confiniamo nelle stanze degli alberghi e consumiamo li degli spuntini. Io ho fatto scorpacciate di banane e ho provato ormai ogni sorta di biscotto sul mercato.
Qualche giorno fa sono felicemente riuscito a porre un freno alla mia crescente insofferenza verso il cibo pakistano quando, nella cucina del camper di Freddy e Laure (i francesi che avevo incontrato in Kazakistan, poi rivisto in Kyrgyzstan e ora in Pakistan!) ho cucinato una piatto di pasta al ragu', tutto made in italy: penne Spiga d'Oro, pelati Mara dalla Campania, olio d'oliva toscano; solo la carne trita era pakistana! La mia prima pasta dopo oltre due mesi... Son soddisfazioni.
Rene'
3 commenti:
Grande vano.... continua così... ricordati singapore al 5 di marzo 2008... Ti aspetto
Vento in faccia...Alzo le braccia...
Mario
carto ... le frittelle della nostra Teresina sono tutt'altra cosa, nè?
bacio mammi
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