giovedì 26 luglio 2007

Incontri nel deserto

Venerdi ore 10.30, arrivo a Turkistan, sud del Kazakistan, dopo 3 notti e 60 ore passate sul treno. Le mutande penso si siano ormai integrate con il resto del corpo, visto che non le ho cambiate dalla partenza e la canottiera ha il collo che arriva all' ombelico. Non che non mi sia lavato... acqua in faccia, sotto le ascelle e pulizia dei denti erano capisaldi dell' igiene quotidiana; di piu' non si poteva fare.
Turkistan vale una visita per osservare un enorme mausoleo eretto da Tamerlano in favore di uno dei suoi maestri prediletti. Il posto si trova ai margini del paese e tutto intorno il paesaggio e' stepposo, cosi come lo e' sempre stato qui per me in Kazakistan. Visito il sito nel primo pomeriggio ed il caldo e' tremendo. Resisto un'oretta, poi torno a rifugiarmi nel grazioso Hotel Sabina, 1 stella kazaka, camera senza bagno - pulita - toilette in comune alla turca (per fare esercizi di equilibrio alla mattina), spazio doccia minuscolo con enorme boiler che incombe sopra la testa, acqua corrente solo di giorno (di notte e' possibile servirsi di una delle trenta bottiglie di acqua che giacciono riempite sotto il lavandino). Il gestore e' simpatico signore di una certa eta' che non la smette di parlarti in russo (o in kazako?): mi mostra con orgoglio il libro presenze a testimonianza che nel suo albergo alloggiano clienti provenienti da ogni parte del mondo: inglesi, francesi, tedeschi, ecc.
Turkistan avra' poco piu' di 30mila abitanti e c'e' poco da fare se non rilassarsi dopo un lungo viaggio tra steppe e deserti.
Verso sera faccio una puntata alla stazione di polizia locale, visto che non ho il timbro di ingresso in Kazakistan: le pratiche doganali si sono svolte sul treno nella notte tra mercoledi e giovedi e mi sa che sia io che il poliziotto kazako eravamo molto assonnati! Entrare in una caserma in Kazakistan mi mette un poco a disagio, ma incontro subito molti sorrisi e sguardi curiosi; mi sa che sono il primo straniero da molto tempo a varcare la soglia. Il portiere mi accompagna all' ufficio immigrazione dove mi assicurano che anche senza il timbro e' "no problem". Mi fido, sorrido e esco.
Verso sera torno a bighellonare nei pressi del mauseleo, per vedere se mi imbatto in qualche turista e di fatti...
una ragazza mi saluta con un inglese alla francoise e mi invita a bere un bicchier d'acqua su una panchina. Di fronte a me e' parcheggiato il camper dove sta viaggiando con il suo ragazzo. Sono di Nizza e sono partiti dalla Francia a inizio giugno; puntano all' India. Il camper lo hanno comprato in Germania, perche' li' e' piu' economico: ha uno chassis Mitsubishi sul quale e' stata montata la struttura-alloggio dove campeggia la parola Frankia (invece del classico Westfalia!): l'avranno acquistato in Franconia...!
Vicino al loro mezzo staziona una BMW Dakar, una moto mitica, mi dicono: Carlo la sta pilotando dall' Olanda verso est, non sa ancora bene dove, ma sul fatto che sia est non ha dubbi.
Carlo, Freddy e Sophie si sono conosciuti a Baku, in Azerbaigian, sul molo, in attesa di prendere la nave cargo che attraversa il Caspio e porta ad Aktau. Un viaggio pieno di incognite: la nave parte solo quando e' carica e con condizioni meteo favorevoli e la presenza di passeggeri e' limitata ad un certo numero. Mi raccontano di avere dovuto aspettare 4 giorni e che la traversata e' durata 60 ore, una decina in piu' di quelle previste, perche' la nave e' stata ferma nel mezzo del Mar Caspio a causa di forti venti contrari. Spiego a loro che il mio progetto iniziale di itinerario prevedeva la partenza dalla Turchia e l'attraversamento di Armenia, Georgia, Azerbaigian e Mar Caspio prima di approdare in Kazakistan, proprio come hanno fatto loro, ma la difficolta' di ottenere il visto azero in Italia piu' l'incognita della nave (non ero riuscito a scoprire se esistesse o meno) mi avevano dissuaso a favore del piu' semplice collegamento Mosca-Kazakstan.
I tre al momento stanno viaggiando insieme e spesso alloggiano fuori citta': Carlo in tenda, accanto alla moto, mentre i francesi nel camper. In Kazakistan hanno spesso incontrato altri viaggiatori in strada, piu' che nelle citta': ciclisti e anche un olandese in giro a piedi (ha una cintura per trainare un carrettino!)
Andiamo a mangiare due spiedini (snack nazionale) in un ristorante vicino e i Tre incontrano altri 3 ragazzi che avevano conosciuto a Baku: coincidenza! Due ragazzi tedeschi in viaggio in bici dalla Germania fino al Sud Est Asiatico e forse oltre (Australia e Sud America) e una ragazza svizzera, sempre in bici, dalla Svizzera al Kyrgystan. Ammiro la loro forza e perseveranza, in mezzo ad un clima tanto ostile. Solo oggi io mi saro' bevuto 3 litri d'acqua e non ho fatto praticamente nulla... ma loro? Pedalano tra i 50 e 80 km al giorno e poi campeggiano o cercano alloggio presso privati. Un viaggio dai tempi ancora piu' lunghi rispetto al mio e sicuramente ricco di incontri.
Presto ci raggiungeranno al tavolo un' altra coppia di svizzeri, alloggiati all' Hotel Sabina, e la serata viene battezzata la "Notte Svizzera" visto il soprannumero degli elvetici. La ciclista svizzera e' commossa: sono i primi connazionali che incontra dopo 5 mesi e finalmente puo' parlare in svizzero!
Parliamo e sorseggiano birra raccontando i nostri viaggi fino all' una di notte. Intorno a noi, musica kazaka ad alto volume. E' venerdi sera, dopotutto.
Rene'

9 commenti:

thbass ha detto...

Ciao Renè.
Complimenti davvero. Ricordo le tue mail educate e precise da cliente e leggo ora di viaggi incontri paesaggi...sembra incredibile. Vedo che molti postano e credo aiuti a sentirsi meno soli in un territorio non semplice. Salutami il mondo che vedi. Auguri anche per il tuo compleanno. Buona strada, Ugo.

Anonimo ha detto...

Ciao Renni,

in bocca al lupo per le tue prossime tappe!!!

Un sorriso
Chiara NetPartnering

Anonimo ha detto...

hoppy sta bene o soffre anche lui il caldo? Qui come als solito, tempesta di bel tempo!!!! Bacio

Unknown ha detto...

grande renato!
sempre presenti!

vedo che te lo hanno già chiesto, ma anche io avevo il grande dubbio: e hoppy?

;-)

mik

the comunist ha detto...

ciao vecio!
ma è vero che nel deserto del kazakistan gira un sacco di oppio a prezzi molto bassi? e che siccome c'è poco lavoro donne (che mi dicono essere molto belle) e uomini si prostituiscono per pochi soldi? ho sentito di turisti "accalappiati" da queste donne, farsi un sogno lungo una notte per risvegliarsi il mattino dopo senza un rene (o renè?). hai potuto toccare con mano?

o vecio qui è una palla!

Anonimo ha detto...

ho voglia di ingessarmi, dai dai....

interflug ha detto...

grande renè, t'invidio per coraggio, organizzazione e tutto il resto! eccezionale!
ilprof.

Anonimo ha detto...

Vai Renè invadi pure il Kazakistan!

Anonimo ha detto...

caro rené, nello scannatoio si sparano le ultime cartucce prima della chiusura estiva. giovedì sera cena con veronica, alice, alessia, eleonora, marie-helene, nicola, antonio. il duca ai fornelli, il comunista e il parrucchiere alle trombe: un trionfo. alle due si sono spenti gli ultimi discorsi sconclusionati. ognuno andava per la sua strada e ogni tanto le strade si incrociavano, ma continuavano a non portare da nessuna parte. ieri al lavoro abbiamo tirato a campare navigando a vista, vicino alla costa. il caldo ormai è insopportabile e in giro non c'è più nessuno. Un deserto dei tartari anche qua. continua a raccontare rené, parlaci dei tuoi incontri, del tuo rapporto incestuoso con hoppy, di quello che si vede dai finestrini, dei pensieri che fai prima di addormentarti. Parlaci ancora della ciclista svizzera e delle tue corse affannose verso il gran premio della montagna. Іске сәт! meggio