mercoledì 4 giugno 2008

Solo un gran baccano

Ancora un fine settimana a Kuala Lumpur. Sta per diventare la capitale nella quale ho passato il maggior numero di giorni.
E' il weekend del Gran Premio di Formula 1 e la citta' e' fully booked. Di ritorno dalla giungla (senza un paio di scarpe, abbandonate per eccessivo infangamento) mi sistemo una notte al Pondok Lodge, lasciato il giorno seguente perche' al piano inferiore si trova una discoteca che pompa musica house, di ottimo livello, fino alle 4. Le mura della mia stanza stavano letteralmente ballando e il letto vibrava, percosso da una violenta successione di bassi. Ma al Green Hut - la sistemazione successiva - le cose non e' che vadano meglio; il posto e' infestato da fastidiosissime pulci (o acari) che, nottetempo, si accaniscono senza pieta' su braccia e gambe inermi. Non sembrano risparmiare nessuno: tutti gli ospiti si grattano freneticamente e implorano "new bed sheets"; il problema, purtroppo, risiede altrove...
E' senza dubbio un fine settimana ad alto volume, complice la Formula 1, che porta in citta' turisti, feste (un party con dj Mauro Picotto dall'Italia, gia' attivo a Rimini nel corso della mia vacanza da maturando 18enne!), manifestazioni e un periodo di grandi saldi. Il Gran Premio sono andato a vederlo; perche' no? Sono in zona, dopotutto. Anche visto dal vivo lo spettacolo non cambia: una noia mortale con l'unica differenza, rispetto al salotto di casa, che il frastuono e' tale che senza tappi nelle orecchie si rischiano seri disturbi d'udito. Sara' per questo che forse ci si sente un poco part of the game.
Prima di lasciare definitivamente KL passo una serata con John, un simpatico ingegnere informatico malese di origine singaporegna conosciuto nel corso del mio soggiorno a Phuket; andiamo a cenare in un fantastico ristorante giapponese, dove ci si serve ad un buffet, e devo ammettere che, contrariamente alla maggior parte delle mie precedenti esperienze, il cibo e' davvero buono. John mi convince ad assaggiare il "pesce incinto" (un pesciolino di 15cm di lunghezza, ripieno di uova, infilzato e grigliato su uno spiedino) e mi racconta alcune credenze popolari cinesi come: mai girare un pesce mentre lo si mangia; significa che "una nave affondera'".
Dalla capitale mi porto quindi a Melacca, citta' sulle sponde dell' omonimo Stretto; un porto che ha visto il passaggio di portoghesi, olandesi, inglesi e che conserva ancora molte interessanti vestigia del passato. Non a caso e' riconosciuta come la capitale culturale della Malesia. Gli edifici coloniali olandesi, tinteggiati in vivaci colori pastello, sono stati trasformati in interessanti musei sulla lunga storia di Melacca.
Al giorno d'oggi l'impronta cinese sulla citta' e' forte e rappresentata dal vivace quartiere di Chinatown, dove si commercia antiquariato e l'aria e' carica del fumo azzurrognolo sprigionato dalle bacchette di incenso.
Sono gli ultimi giorni in Malesia e l'occasione quindi per terminare i miei ringgit (la valuta locale): una nottata in discoteca per la Ladies Night del mercoledi sera (divertente come sempre) e una serata al cinema per la prima di 10.000 BC che conferma la mia infelice statistica nella scelta dei film sul grande schermo: nell'80% dei casi si rivelano delle grosse cagate.
Conservo giusto il denaro necessario all'acquisto del biglietto per il traghetto da Melacca a Dumai: e' il 28 marzo e sto per salpare per l'Indonesia.
Rene'

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, sono Paola, la tua ex compagna di classe delle medie! Ti ho già scritto l'e-mail ma non so se la leggerai. Nella mail ti ho scritto che ho appena saputo della tua avventura e da oggi sarò uno dei tuoi compagni di viaggio virtuali. Per il momento buon viaggio e alla prossima

René van Olst ha detto...

ciao Paola!
grazie della email, ricevuta!
Salutami gli ex-compagni che ancora vedi.
Ciao.