mercoledì 14 maggio 2008

Tigre malese

Georgetown, costa ovest malese o meglio, isola di Penang. Sono arrivato in Malesia, alla fine; c'e' l'ho fatta; sopravvisuto alla Thailandia e alle sirene. Distratto come Ulisse nel viaggio verso Itaca. Sono riuscito a varcare il confine nel corso dell' ultimo giorno di validita' del mio visto thailandese: 30 giorni di spasso.
La prima cosa che mi colpisce della Malesia e' il suo mix culturale ed il fatto che tutti parlino benissimo inglese. Approfondisco. La Malesia e' una ex colonia inglese e una delle eredita' del passato coloniale e' un ottimo sistema scolastico.
L'integrazione pare perfetta: malesi, cinesi e indiani (i 3 maggiori gruppi etnici) sembrano convivere senza grosse frizioni. A Georgetown, oltre agli edifici che ricordano il periodo inglese, c'e' una Chinatown, una Little India e un kampung (villaggio) malese. Un mix di facce; un mix di sapori. La cucina malese mi piace fin da subito; soprattutto il modo nella quale si assapora nei ristoranti: si riceve un piatto fondo ricolmo di riso da completare a piacere servendosi ad un buffet con almeno 20 pietanze diverse. Il paradiso dei curiosi. Curry che ricordano l'India, sapori piccanti dalla vicina Thailandia, zuppe e tagliolini tanto popolari in Cina.
La Malesia e' un passo avanti rispetto alla Thailandia: maggiore ricchezza, macchine di grossa cilindrata, autostrade, pulizia e ordine. Da l'idea di un paese progredito. E si viaggia veloci. Gli epici traferimenti in pullman, cosi comuni negli altri Paesi, vengono per un attimo accantonati.
Con Markus, 21enne tedesco conosciuto sul minibus in viaggio tra Thailandia e Malesia, mi avventuro in alcune scorribande notturne a Gergetown. C'e' una via con una serie di discoteche vivaci e interessanti ma, rispetto alla Thailandia, non e' che qui veniamo cagati piu' di tanto. Che succede? Forse e' perche' siamo tornati in un paese normale? Beh, mi sa di si. Ci siamo divertiti comunque alla Ladies Night del mercoledi sera culminata in una specie di concorso "miss maglietta bagnata" tra gli sguardi estasiati di teenager malesi.

Carrambà...

Quante volte avete esclamato "certo che il mondo e' proprio piccolo"? Verissimo. Accade un giorno su un bus di linea verso l'unica spiaggia decente dell' isola di Penang; a meta' percorso sale un ragazzo; caspita, mi sembra di conoscere quel volto. No! No, non ci posso credere! E' Mihai, il ragazzo rumeno con il quale ho passato 9 giorni a Istanbul nel corso del Capodanno 2005/2006. Un incontro veramente incredible. Mi racconta che ha deciso di lasciare Bucarest alcuni mesi fa per trasferirsi in Malesia. Io gli parlo del mio viaggio e ancora non riesco a capacitarmi di questo incontro casuale. Forse ci rivedremo tra 1 settimana a Kuala Lumpur, o chissa' dove...
Dopo Gergetown faccio una sosta rinfrescante alle Cameron Highlands. Mi trovo a oltre 1500 metri sul livello del mare e il clima e' piacevomente fresco. Di notte ho quasi freddo ed e' la prima volta che mi capita, dopo i rigori dell' inverno cinese (allora era inizio dicembre, ora siamo ai primi di marzo). Finora il mio viaggio è stato - e continua ad essere - una lunga estate. Qui si ammirano le estese coltivazioni di the e si fanno gradevoli passeggiate nelle foreste circostanti. Le giornate passano abbastanza oziose, tra una leggera camminata mattutina, un DVD all' ostello nel tardo pomeriggio, e una paio di birre al pub alla sera. Detto cio', il fresco clima e' veramente l'unico motivo che mi trattiene tra queste colline; sara' perche' il mio fisico europeo proprio non vuole saperne di abituarsi ai 35 gradi con umidita' al 100%?
Un breve trasferimento in pullman-frigorifero (AC a palla!) e sono già a Kuala Lumpur, per gli amici KL, la capitale e citta' simbolo delle ambizioni malesi: le Petronas Twin Towers, per fare un esempio, sono state a lungo l'edificio piu' alto al mondo. Fa caldissimo e c'e' molto umidita'. Le strade sono congestionate, i marciapiedi sono una rarita' cosi come le striscie pedonali. Pero' c'e' la metropolitana e una monorotaia. Le passeggiate in centro si trasformano presto in imbarazzanti bagni di sudore. Durante il giorno sto quindi quasi sempre al chiuso, rinfrescato dall'aria condizionata di centri commerciali e musei. Meglio esplorare la citta' al calare del sole ed e' in una di queste serate che mi imbatto in Ronnie un simpatico quarantenne svedese dalle idee chiare sulle prossime tappe del suo viaggio. Ronnie alla prima birra: voglio andare in Borneo, fare trekking nella giungla e vedere gli orang utan, come ho detto a mio figlio prima di partire. Ronnie alla terza birra: forse e' meglio se vado nelle Filippine; ho sentito che c'e' un'ottima scena di musica rock dal vivo da quelle parti. Alla quinta birra esclama... Voglio tornare in Thailandia!Ronnie mi ha portato all' Hard Rock Cafe'; per hobby, in Svezia, canta in un gruppo rock che fa cover di Led Zeppelin e Black Sabbath; è un patito del genere. Pe darmene prova ogni tanto mi urla nelle orecchie dei prolungati acuti alla Joey Tempest; che tipo! E' deluso perche' all' Hard Rock di KL mettono quasi solo musica hip hop, alternata a un gruppo rock indonesiano che si cimenta in cover di tutto. Nel corso della serata conosciamo al bancone bar due simpatiche indonesiane (al lavoro); dopo un'ora Ronnie mi saluta frettolosamente e si dilegua con una ragazza. Dopo un'altra ora rientra nel locale solo la tipa; al che le dico "oh, ma me l'hai ammazzato?". Risate. Pero’ Ronnie non l'ho piu' rivisto.

Rene'

1 commento:

Anonimo ha detto...

CIAO René,

mi sembra che il viaggio prosegua per il meglio!

goditela!

giambattista