giovedì 22 novembre 2007

Tigre... Tiger Man!

La visita al parco nazionale di Kanha - India centrale - inizia cosi: arrivo puntuale in stazione a Varanasi per prendere il mio treno alle 8 di sera che sul display luminoso viene gia' dato con 7 ore di ritardo... Nell'incredibile tranbusto di ogni stazione ferroviaria indiana trovo aiuto in un simpatico signore, anche lui diretto verso il sud del Paese, che prima mi porta in un ufficio dove il mio biglietto per il treno in ritardo si trasforma, grazie ad un timbro, in un biglietto universale valido su qualsiasi treno e poi mi aiuta a effettuare la prenotazione di una cuccetta su un espresso in arrivo da li a poco. Sbrigate le procedure ci fermiamo un po' a parlare e scopro che lavora per l'esercito ed e' di stanza alle isole Nicobare. Una piacevole chiaccherata in attesa del treno, ognuno seduto sulle rispettive valigie.
L'indomani, arrivato in stazione a Jabalpur, mi reco all'ufficio turistico dove mi aspetta lo zelante sig. Lakampal che deve formalizzare la mia presenza in un lodge all'interno del parco nazionale. La scena e' fantozziana in quanto l'impiegato, purtroppo, ha un problema agli occhi e si atteggia esattamente come il Rag. Filini, in modo giocondo e un po' schizzato e tenendo i fogli di carta a meno di 1cm dal naso!
Da Jabalpur il parco nazionale dista ancora 160km e 6 snervanti e burrascose ore di autobus, il quale, messo a dura prova dal manto stradale, si scassa a meta' percorso: sospensione posteriore destra spezzata e game over. Tutti i passaggeri, me compreso, si imbarcono sul primo pullman di passaggio. Giungo alla meta in piena oscurita', alle 7 di sera, dopo quasi 24 ore di viaggio e crollo ben presto, appena terminato di cenare. La sveglia e' gia' fissata alle 5.15 in modo da entrare al parco con la jeep, per il "safari", verso le 6.
Protetto dalla mia zanzariera dormo sonni tranquilli mentre all'esterno del lodge la giungla, viva nella notte, si riempie di suoni.
Il safari. Quando la jeep si addentra nel parco, la foresta e' ancora avvolta in una umida, fresca e misteriosa foschia. Oltre a me, sul mezzo, ci sono due guide e una coppia di turisti svedesi. Il primo tratto di strada percorsa sembra l'inizio di una giostra degli orrori; ai nostri lati scorre una lunga serie di enormi ragnatele, punteggiate di rugiada e popolate da ragni di dimensioni veramente ragguardevoli... Brrrr... Verso le 8 di mattina giungiamo in un'ampia prateria; il sole si sta facendo largo tra le ultime nebbie e di li a poco iniziamo a scorgere i primi gruppi di cervi e gazzelle. Ci fermiamo con la jeep sotto ad un albero popolato di simpatiche scimmie; in lontananza scorgiamo un uomo in groppa ad un elefante e la nostra guida decide di raggiungierlo: e' un guardia-parco che ci spiega che stava pattugliando la radura in quanto sospettava la presenza di una tigre. Torniamo quindi sotto l'albero delle scimmie attendiamo. Dopo una ventina di minuti inizio a spazientirmi e chiedo alla guida se non e' meglio andare da un'altra parte: dopotutto c'e' un potenziale di 1900 km quadrati da esplorare! Forse c'e' una tigre - mi dice - aspettiamo. Di li a poco le scimmie sull'albero inizia a urlare come impazzite. E' il segnale! The tiger is coming! - grida eccitata la guida. In effetti le scimmie urlano e hanno lo sguardo fisso verso la prateria. Salto in piedi sul sedile, macchina fotografica in mano. A 20m di distanza sbuca una tigre dall'erba alta della prateria e attraversa la strada di fronte alla jeep. Scatto con le pulsazioni in rapida accelerata. La tigre cammina tranquilla, non ci degna neanche di uno sguardo e sparisce di nuovo nella prateria. Ci stringiamo le mani e ci scambiamo pacche sulle spalle in un momento di esaltazione collettiva poi ripartiamo, aggiriamo la prateria e attendiamo la tigre, che potrebbe comparire nuovamente la dove l'erba lascia il posto agli alberi. Ci piazziamo quindi ai margini della prateria, nascosti in un leggero avvallemento del terreno; alla nostra destra, arbusti e un cumulo di grosse roccie, alla sinistra, foresta. Siamo in silenzio. La tigre potrebbe apparire da un momento all'altro. Wow! Compare propria in cima alle roccie e poi scende passando questa volta a meno di 10m dalla jeep. Roba da Libro della Giungla! Un brivido lungo un minuto, poi la belva scompare definitivamente in un impenetrabile vegetazione.
Passiamo ancora alcune ore nel parco in uno stato di completo appagamento: non ci poteva capitare di meglio! A mezzogiorno, quando lasciamo il parco, firmiamo il "libro degli avvistamenti"; non capita a tutti!
Tornato al lodge mi abbandono ad un sonnellino pomeridiano e mi godo la tranquilla serenita' della natura, lontanto, finalmente, dalla frenesia urbana indiana.
Rene'

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