venerdì 21 settembre 2007

Rilassarsi a Karimabad, Hunza Valley

Faccio una cinquantina di kilometri verso sud lungo la Karakoram Highway (d'ora in poi KKH) e mi stabilisco a Karimabad, paese aggrappato ai fianchi della Hunza Valley, famosa per le piantagioni di albicocchi e per la presenza di un antico forte, costruito nel corso del 13simo secolo in stile tibetano.
E' d'obbligo riprendersi dal raffreddore e devo dire che il posto e' congeniale. Clima mite, camera con vista sulla vallata, giardinetto con pergolato per lettura libri e orticello con coltivazione di maria (quando ho chiesto maggiori dettagli al proprietario della locanda questi ha subito cambiato argomento!). Mentre mi riempio di paracetamolo inizio quindi ad osservare piu' da vicino la societa' pakistana.
La prima cosa che noto e' la scarsa presenza di donne nei luoghi pubblici che diventa totale assenza nelle ore notturne. Non ci sono ad esempio donne che gestiscono botteghe, piccoli caffe' oppure impiegate alle poste, in banca o nelle compagnie di trasporti pubblici. Tutto e' lasciato in mano maschile. Fatto abbastanza curioso e' la categoria di persone che ho battezzato "uomo-tutto-fare" e che si incarna tipicamente nel gestore dell' albergo. Costui infatti si occupa: dell' assegnazione delle camere ai clienti; della pulizia delle stesse al momento del check-out; e della cucina, a qualsiasi ora del giorno e della sera. Anche nei momenti di svago la donna appare in schiacciante minoranza. A Karimabad ho avuto la fortuna di assistere a un concerto pop pakistano in un clima di sagra paesana: la presenza femminile era ridotta all'ossa e strettamente sorvegliata da baffuti poliziotti (pantalone kaki, camicia nera e frustino di legno) che avevano il loro bel da farsi per tenere a bada gli scatenati ballerini che si accalcavano davanti al palco, agitandosi come dei forsennati e alzando nuvoloni di polvere; i poliziotti, con sguardo severo, non esitavano a tirare qualche bastonata.
Ma dove sono le donne allora? Le puoi avvistare di giorno, in lontananza, al lavoro nei campi o mentre lavano i panni nei torrenti. E' piu' facile imbattersi in un gruppo di ragazzine che ritornano da scuola, in veste azzurra e lungo copricapo bianco.
Oltre all'assenza di donne in pubblico non vedo cani in giro. Sembra che in Pakistan ce ne siano veramenti pochi. Non ho ancora capito il motivo ma indaghero'...
Un altro fatto da segnalare, come gia' vi accennavo nel post precedente, e' che il nord del Pakistan e' un luogo parecchio spartano. In nessuno dei Paesi finora visitati mi era mai capitato di tirare l'acqua del water utilizzando un secchio pieno d'acqua. Nel bagno pakistano poi, oltre al secchio, non mancano mai dei recipienti di plastica piu' piccoli con i quali ci si sciacqua il corpo. Negli alberghi piu' economici la doccia e' infatti assente o se presente, e' fredda (come l'acqua di scioglimento di un ghiacciaio). L'uomo gestore tutto fare non esita pero', su richiesta, a portarti un tinello di acqua bollente con la quale poterti lavare. Chiudo l'approfondimento ricordando che spesso si praticano esercizi di flessione alle gambe e tiri di precisione sulle simpatiche turche.
Come a Passu anche a Karimabad alla sera, manca spesso la luce; capita cosi di passare lunghe ore in compagnia della luce traballante di una candela, del profumo di una lanterna a olio o del ronzio costante di una lampada a gas.
All' Old Hunza Inn, dove alloggio, mi chiedo dove siano finiti tutti i turisti. Per 3 notti ho dormito da solo e quando lo faccio notare al gestore mi risponde sconsolato che questa stagione le presenze sono scese del 50%. "Colpa dell' instabilita' politica del Paese, dei continui disordini nella capitale e della cattiva immagine che trasmettiamo verso l'esterno. Invece siamo ospitali e gentili, ma questo all'estero nessuno lo dice". Confermo. In Pakistan sinora mi sono trovato bene, raffreddore a parte, e mi sono sempre sentito sicuro.
I giorni passano a Karimabad e neanche me ne accorgo. Difficile spostarsi quando, seduto in giardino o dalla finestra dell' internet cafe', puoi ammirare le cime innevate di 3 monti alti oltre 7000 metri. Inizi a perderti in decine di pensieri e osservi come i colori del giorno modellano il fianco delle montagna e tingono la valle. E, oltre a cio', qui tutti mi chiamano Sir e la cosa non puo' che farmi piacere!
Rene'

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Senti Sir, mentre ti perdi nei pensieri, prova a pensare anche perchè di cani ce ne sono pochi....
...zuppa e can bagnanto... cagnoline findus... canfocaccia...
ecc. ecc.

René van Olst ha detto...

doh!

Unknown ha detto...

sirene!

;-)

mik