mercoledì 22 ottobre 2008

Di ritorno a Broome

I giorni passano. Volano. Sei settimane trascorrono in fretta. E' il 22 agosto e ho lavorato per 35 giorni, circondato dall' immenso bush. Spesso ho sentito il bisogno di muovermi, di esplorare quello che mi sta intorno; di impulso sarei partito a piedi, inseguendo l'orizzonte, con la voglia di scoprire cosa si trova oltre quella collina, al termine di quella radura o cosa nasconde quel gruppo di roccie. Un viaggio impossibile, folle, che sarebbe terminato presto per mancanza di cibo o acqua. Solo fantasie della mente, innescate dall'isolamento del luogo.
Ora mi appresto a tornare, come si suol dire, alla civilta', in un modo particolare. Dalla fattoria di Drysdale River (a 60km dal camp) mi imbarco su un piccolo aereo, atterrato da pochi minuti: sta consegnando la posta in angoli sperduti delle Kimberley. Il pilota-postino, Aron, ha 22 anni e ne dimostra 18. Mi dice che vola da 3 anni: sono nelle sue mani. L'aereo e' minuscolo: bi-elica, 8 posti e tanti pacchi da consegnare. Dopo avere lasciato Drysdale River planiamo su altre due fattorie, Doongan e Theda, sulle comunita' aborigene di Kalumburu e Oolbungurri, prima di arrivare alla cittadina di Wyndham e raggiungere la destinazione finale di Kununurra. Quattro ore di sali-scendi, vuoti d'aria, piste d'erba o di terra battuta, con una mano sul sacchetto per il mal d'aria e lo sguardo incollato al finestrino. Sotto di noi, infinite distese di terra brulla e roccia, serpentini corsi d'acqua e mandrie di bestiame: siamo i postini dell'aria. Ad ogni atterraggio scambiamo qualche parola con gli abitanti del posto, beviamo un bicchiere d'acqua, rabbochiamo carburante e poi ci congediamo, fino alla prossima consegna; Aron, in quest'area di remota Australia, lo fa gia' da due anni.
Quando arrivo a Kununurra, con il viso candido come quello di un lenzuolo, ho l'impressione di venir travolto da una ondata di rumore. E' strano, forse improbabile, dato che mi trovo in un sonnolento paese di 6mila anime. Tuttavia il cambiamento, da nulla a molto, e' drastico. Da una tenda singola circondata da natura incontaminata, alla camerata di un ostello. Mi lascio andare a sensazioni nostalgiche, ricordando fresche albe e brucianti tramonti; stavo meglio ieri, penso, ma ho comunque voglia di viaggiare, di tornare al movimento. L'indomani sono gia' su un pullman con destinazione Broome; 13 ore e mi ritrovo dove avevo cominciato, giusto un mese e mezzo fa. Davanti a me si distende tutta la west coast e la bellezza di almeno 3mila kilometri prima di arrivare a Perth.
Rene'

1 commento:

Marta ha detto...

Ciao! Ho letto con interesse il tuo diario sull'Indonesia... quest'estate farò anch'io, col mio compagno, due mesi di viaggio in Indonesia... che dici... rispetto al tuo itinerario... cambieresti qualcosa? Suggerimenti, consigli, idee? Grazie mille,Marta