lunedì 1 settembre 2008

Sintesi indonesiana

Mettetevi comodi o stampate: ho scritto molto.
Da Sumba a Timor mi sorbisco la traversata in nave piu’ lunga del viaggio in Indonesia: 32 ore, in quanto faccio scalo a Flores prima di raggiungere Kupang, il principale porto sull’isola di Timor. Il battello, come al solito, e’ una specie di carretta del mare un poco arrugginita (cigolii che provocano ansia) dotata tuttavia di alcuni pregievoli confort come una zona con aria condizionata dove per alcuni spiccioli si puo’ affittare un materassino, da stendere per terra, sul quale passare la notte e la tv via satellite, buona per vedere un film in inglese (il patriottico "Beyond enemy lines" – storia di un pilota americano abbattuto in Serbia durante i bombardamenti Nato, solo contro tutti, ma ce la fara’) oppure una gara di MotoGP (anche in Indonesia, Rossi-mania).
Kupang e’ l’ultima citta’ di una certa dimensione (300mila abitanti) che visito in Indonesia ed e’ anche un po’ la summa di questi rocamboleschi 60 giorni nell’ arcipelago. Trafficata, rumorosa, talvolta sporca e caotica ma, in fondo, molto friendly.

Il bemo di Kupang

Cos’e’? Il bemo e’ un taxi collettivo che si trova in tutte le citta’ dell’ Indonesia. Nella forma di un furgoncino, ospita solitamente 8 persone ma non c’e’ un vero limite alla capienza. Gira su rotte fisse che sono identificate dai colori del bemo oppure da numeri. Si ferma a richiesta dei passeggeri. Oltre al conducente (poco piu’ che maggiorenne nella maggior parte dei casi) impiega uno “strillone” che, aggrappato alla porta scorrevole, all’esterno dell’abitacolo, richiama l’attenzione dei passanti urlando le destinazioni e ferma il mezzo battendo con la mano sul tetto. Il bemo e’ privato e c’e’ quindi una agguerrita competizione per ogni passeggero, anche sulla medesima rotta.
A Kupang ho visto i bemo piu’ belli e fracassoni di tutta l’Indonesia. Esiste un vero e proprio fenomeno di tuning, per avere il mezzo piu’ figo della citta’. La musica e’ un elemento essenziale e viene sparata senza pieta’. Sotto i sedili paralleli nel retro del furgone (dove ci si siede di lato e si viaggia uno di fronte all’altro) sono alloggiati enormi casse e woofer; quando la musica e’ alta, il culo vibra e l’orecchio duole. L’interno e’ “cuscinato” e predominano colori come il rosa e il verde acqua (forse per fare un piacere alle ragazze). Circolano comunque anche dei bemo piu’ cazzuti, roba da maschi, interni neri e musica rigorosamente rock (Guns & Roses e Metallica). L’interno, oltre all’imbottitura, e’ tapezzato con poster di popstar (Britney e Avril tirano) e calciatori (Cristiano Ronaldo).
Sulla carrozzeria, all’esterno, spesso si trova il nome del bemo: un enorme adesivo catarinfragente che titola “Love Britney”, “Man U”, “Riccardo Kaka’”, “Azzurri”. Ragazzi, roba incredibile. Fatti per me inspiegabili. A Timor la presenza cattolica e’ forte e talvolta si vede in giro un adesivo di Gesu’ con la corona di spine o della Madonna.
Poi ci sono i lunghi antennoni, che non servono a nulla, perche’ non c’e’ il CB. La carena e’ lucidissima, perfetta, con vernice metallizzata. Particolari cromati. Cerchi in lega. Assetti ribassati.
Di notte e’ uno spettacolo di luci; gli interni si tingono di rosa o blu grazie a lampade al neon; lo stesso accade sotto il veicolo: un colpo all’acceleratore e l’asfalto si colora.
Ogni bemo e’ personalizzato, bellissimo, e ho l’impressione che ci sia una certa fedelta’ nella clientela, del tipo, “io viaggio solo con il taxi collettivo del mio amico” oppure “su quello che mette la musica che mi piace”.
Si paga la corsa poco prima del proprio arrivo e si scende... al volo!

Altri mezzi di locomozione indonesiani

Da citta’ a citta’...
Pullman con aria condizionata: assegnazione dei posti, confortevoli, viaggiano di giorno e di notte e si fermano solo nelle autostazioni
Pullman senza aria condizionata: per spostamenti di corto raggio, non c’e’ un limite di capienza, si fermano su richiesta e in continuazione, velocita’ media intorno ai 25km orari, anche gli animali sono ammessi. Presenza costante a bordo di venditori ambulanti e cantautori locali dotati di chitarra. Frequenti guasti meccanici. Consigliabile dotarsi di infinita pazienza.
Treno: presente unicamente sulle isole di Java e Sumatra, rappresenta una gradevole alternativa al pullman.
Aerei: statisticamente non i piu’ sicuri al mondo; tuttavia veloci.
Nave: generalmente un vecchio scafo arrugginito, piu’ o meno affollato a seconda delle tratte. Anche le piu’ elementari norme di sicurezza vengono trascurate (si fuma ovunque). Dotati comunque di TV via satellite e VIP-spaces ad aria condizionata.
Charter: per i viaggiatori piu’ esigenti e danarosi; trattasi del noleggio di una macchina con autista.


All’interno della citta’...
Taxi: rapido e confortevole, va tenuto d’occhio il tassametro e la furbizia del tassista
Minibus (bemo): sapete gia’ tutto
Becak: riscio’ a pedali. Lento ma economico. Ottimo per il sightseeing. Molto diffuso.
Ojek: sicuramente il mezzo di trasporto piu’ utilizzato. Mototaxi. Non essendo richiesta alcuna licenza virtualmente ogni motorino e’ un potenziale taxi. Economico, puo’ tuttavia rivelarsi pericoloso. Non sembra esserci limite alla distanza percorribile.
Cidomo: carretto trainato da cavalli, ospita fino a 6 persone. Ecologico e nostalgico.
Benur: il nome forse deriva dalle bighe utilizzate nel film Ben Hur. Simile al cidomo ma utilizzato unicamente per il trasporto merci. Il conducente sta in piedi su una piattaforma, briglie in mano.

Popolazione amica

Gli indonesiani sono incredibilmente socievoli e simpatici. Sono stato subissato dagli “Hello Mister” e dalle richieste di conversazione. Praticamente in ogni citta’ o paese visitato ho fatto nuovi amici e scambiato numeri di telefono; al 99% sono stati momenti gradevolissimi. Un solo episodio sfortunato: il ricchione che mi ha rinchiuso nel suo appartamento a Jakarta. Rispetto ad altre popolazioni socievoli (es. Indiani) ho notato che l’indonesiano ha un genuino interesse alla conversazione; una curiosita’ sincera che non nasconde truffe o proposte d’affari.

Calcio-mania

Come in molti paesi del sud-est asiatico anche l’Indonesia e’ colpita dalla calcio-mania. Qui si segue soprattutto la Serie A (come in Cina) senza trascurare comunque Premier League, Liga Spagnola o Bundesliga. Le icone calcistiche sono Kaka’, C. Ronaldo, Lampard, Del Piero, Totti, Maldini. Adesivi e poster spopolano soprattutto su camion, motorini e taxi. Top teams: Milan, Inter, Man U, Chelsea, Liverpool.
A Kupang ho visto la finale di Champions League: una notte lunghissima. Il pomeriggio prima della partita ho affittato uno scooter e al momento della consegna – non ricordo come – ho conosciuto un ragazzino che mi ha subito invitato a casa sua per seguire la partita. E’ venuto a prendermi a mezzanotte in albergo e mi ha portato a casa di un suo amico. Qui, insieme ad altri 20 ragazzi, abbiamo seguito la partita. Menzione speciale per la casa: una piccola abitazione di 5 metri per 5, muri di legno e tetto in lamiera dove, in un’unica stanza, ci stanno a malapena letto e angolo cottura; sotto una piccola veranda, di fronte alla casa, alloggiano una TV dallo schermo enorme e 4 casse giganti, degne di una discoteca. In giardino staziona una antenna parabolica motorizzata. TV, casse e parabola costano probabilmente piu’ della casa. Quando chiedo lumi sulla loro presenza (e’ un dj? Organizza feste?) qualcuno mi spiega che, semplicemente, al tipo piace ascoltare musica ad alto volume.
La combriccola tifava quasi tutta Man U (partita pallosa) e io, da bastiano, parteggiavo per il Chelsea. Isteria totale ai gol. Sedie che partivano in aria, abbracci, pacche sulle spalle, vicinato svegliato: una gioia che rasentava le lacrime. Al termine dei rigori partiva un carosello di scooter (alle 6 di mattina, tra le prime luci dell’alba); io insieme ad altri 2 ragazzi: in 3!
Affascinante follia indonesiana.
Memorabili momenti, come quello di un ragazzino che, in mezzo ad una banda di mini calciatori in un campetto di paese, mi rincorre urlando “hello mister, my name is Frankie!” (indossava una t-shirt con l’immagine stampata di F. Lampard). Eccezionale.

Fino al confine e oltre


A Kupang conosco Edwin e Joel. Il primo e’ il gestore del Lavalon Cafe’, da tempi immemori un covo di viaggiatori; fino all’ultimo cerchera’ di realizzare il mio sogno di traversata marina fino in Australia. Invano. Ma almeno ci ho provato. Joel invece e’ un attore australiano reduce da 3 anni di recitazione in una soap opera (Home and Away, equivalente australiana di Un posto al sole). Amareggiato e deluso dallo show biz australiano, che reputa palloso e antiquato, si prepara ad un viaggio via terra verso Londra e nuove speranze di carriera. Un tipo simpatico.
Prima di raggiungere Dili e Timor Est faccio una tappa intermedia a Kefa, nell’entroterra, e mi godo gli ultimi sprazzi di indonesianita’: gente calorosa, cibo piccante e sfide serali a calcio con i ragazzini (Playstation 3!).
Il giorno successivo, nel corso del viaggio verso il confine il bus si scassa (ci risiamo...) e mi tocca aspettare un minibus di passaggio. Giunto ad Atambua, ultimo paese prima della frontiera con Timor Est, mi organizzo per coprire i restanti 30km che mi separano dalla “piu’ giovane nazione al mondo” (indipendente dal 2002). Viaggio in mototaxi e tutto fila liscio. Meno male. Chiudo senza graffi 2 splendidi mesi nel vastissimo e popoloso arcipelago indonesiano.
Supero quindi agilmente la dogana, sincronizzo l’orologio (+1) e chiedo un passaggio ad un camionista; sono quasi le 4 del pomeriggio e i mezzi pubblici hanno smesso di transitare a mezzogiorno. Per 5 dollari americani posso viaggiare insieme a lui e ad una partita di materassi fino a Dili (130km), la capitale di Timor Est, dove arrivo in una calda e buia notte di fine maggio.
Rene'

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao fratellone!!

grazie per l'sms con gli auguri!

wow che racconto... la mamma mi ha dato il cd con le foto, bellissime!

come va in australia? tutto ok?

un bacione

Anonimo ha detto...

ciao René, i tuoi racconti sempre SUPER!, è uno spasso leggerli.
Saluti da tutti, come sempre, oggi anche da Auto-Mangili!!!
Buona continuazione in Australia.
Baci ma e pa

oltre logo ha detto...

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