sabato 9 agosto 2008

Global tropical village

Vi do le coordinate spazio temporali, per fare chiarezza e evitare confusioni. E' la fine di aprile e sto lasciando Bali. Un battello di legno lungo una quindicina metri, mi porta insieme ad altri 10 viaggiatori verso le isole Gili, al largo di Lombok. Sei ore, cullati da un ritmico basculamento che mette a dormire i piu'.
Trawanggan, Air e Meno sono i nomi delle 3 isole che formano l'arcipelago delle Gili. Minuscole gemme coralline incastonate in un mare di un colore blu profondo. Un ottimo posto per fare snorkelling, immersioni, rilassarsi e viziarsi con ottima cucina e vivaci serate danzerine. La piu' grande delle 3 isole - Trawanggan - si gira in meno di 1 ora in bicicletta... Piccoli paradisi di tranquillita': sulle isole non ci sono strade asfaltate; quindi zero auto e zero motorini; solo biciclette, con le quali ci si insabbia, e cidomo, dei piccoli carretti trainati da cavalli.
Le isole sono una destinazione molto popolare tra i viaggiatori, probabilmente grazie alla vicinanza di Bali, e sono quindi diventate una tappa fissa dellla "ruta backpackers" nel sud-est asiatico. Ovviamente, come ho gia' notato in posti simili (soprattutto in Laos e in Thailandia), cio' significa una rinuncia dei connotati locali, in questo caso indonesiani, per adattarsi alle necessita' del viaggiatore global. Fenomeno questo che ha colpito soprattutto Trawanggan, dove si trova di tutto, dal cappuccino alla pizza, dagli hamburger agli untissimi fish & chips. C'e' chi gode e si arena su queste spiaggie per 1 mese e c'e' chi storce il naso e scappa dopo alcuni giorni; come avrete ormai capito, io ricado nella seconda categoria. Cio' non toglie comunque che anche io approfitti della insonnia festaiola delle isole e dei suoi agi; per 2 notti consecutive finisco a letto alle 6, causa semifinali di Champions League, tra inglesi ubriachi e indonesiani football-maniaci. Inoltre la consapevolezza di trovarmi nell' ultimo party-place prima dell'Australia mi spinge a darci dentro. Conosco alcuni tipi interessanti: un istruttore di sub italiano; un gruppo di ragazze olandesi, una delle quali invaghita del subacqueo; un ragazzone tedesco reduce da 5 mesi di lavoro a Jakarta, con il quale mi confronto sulle follie notturne della capitale indonesiana.
Lascio questo villaggio globale dopo 6 giorni, 3 dei quali passati a Gili Trawanggan e 3 a Gili Air. Attraverso quindi in pullman e frettolosamente l'isola di Lombok; decisione che, a posteriori, rimpiangero', in quanto l'isola ha molto da offrire: oltre alla ultra-socievole popolazione indonesiana, c’e’ un vulcano di oltre 3000m, foreste pluviali e una selvaggia e incontaminata costa meridionale, battuta dalle spumeggianti onde dell'oceano indiano.
In meno di 24 ore mi ritrovo quindi a Sumbawa Besar, la maggiore delle citta' sull'isola di Sumbawa: destinazione numero 5 del mio "island-hopping", dopo Sumatra, Java, Bali e Lombok.
Nota farmacologica: a partire dalle isole Gili ho iniziato a drogarmi quotidianamente con una pillola di Malarone, per prevenire la febbre malarica; le aree che sto visitando sono infatti considerate a rischio.
A Sumbawa mi ritrovo di nuovo totalmente immerso nella "esperienza indonesiana": assenza di viaggiatori stranieri e gente che mi saluta in continuazione, vogliosa di iniziare una conversazione. Il mio Bahasa Indonesia sta progredendo e mi avvicino ora ai 5 minuti di chiaccherata basic.
La permanenza a Sumbawa, come a Lombok, e' breve. Sto iniziando a contare i giorni che mi restano sul visto turistico; la strada fino a Timor Est (e l'Australia), ancora lunga e, soprattutto, imprevedibile, mi spinge ad accelerare il ritmo del viaggio. Mi sparo tre quarti dell'isola in una sfiancante giornata di spostamento. Copro i 250km che mi separano da Sape - il porto dove mi imbarchero' per l'isola di Flores - in 13 ore, ad una media di 20km all'ora, a causa di guasti meccanici e di un bus che si ferma in continuazione a far salire e scendere passeggeri. Sono stretto tra due file di sedili con un sacco di riso sotto i piedi che mi costringe in una posizione rannicchiata, a ginocchia raccolte, che ammazza lentamente gambe e fondoschiena. Sono pieno di dolori e non riesco a spostare i piedi oltre il sacco di riso in quanto il pavimento del pullman e' surriscaldato e mi crema letteralmente le suole delle infradito. Fa talmente caldo che gli zipper metallici dello zaino della mia vicina di posto sono diventati incandescenti e uno mi ha ustionato il polpaccio! Il bus e' zeppo di persone e animali (galline in maggioranza) e non c'e' posto piu' neanche per uno spillo; anche se sono l'unico straniero in viaggio, questa volta c'e' poca voglia di scherzi e sorrisi: stiamo tutti soffrendo e speriamo che questo tortura finisca presto. Quando allo scoccare delle 20 arrivo alla pensione-palafitta sul molo di Sape sono talmente sfinito che non trovo neanche la forza di spaventarmi quando un rattazzo delle dimensioni di un gatto mi attraversa la strada nel corridoio. Casco in un sonno pesantissimo che si interrompe bruscamente alle 5 di mattina, quando l'implacabile muezzin della moschea di fianco all'albergo decide che e' tempo di chiamare a raccolta i fedeli. Allaaaaaaaaaaaaaahhhhh!
Rene'

2 commenti:

Giovanni ha detto...

G'day Mate...caspita e' agosto e sto leggendo quello che hai fatto 4 mesi fa...:D e adesso?? come va la vita in Australia? hai deciso alla fine fino a quando resterai? fammi sapere nn sia mai che riesca a venirti a trovare!! alla fine ho deciso di fermarmi qui a HK un altro paio di anni...passerai mica qui sulla strada del ritorno? nn vorrai mica prendere un aereo diretto a casa dopo tutto questo viaggiare :D

Ciaooooo
gio

René van Olst ha detto...

ciao!
bene bene, hai deciso di imparare il cantonese! adesso per la precisione mi trovo nell'area chiamata Kimberley (Western Australia) e sto lavorando in un wilderness camp, dove cucino, lavo, stendo, pulisco e faccio i letti. mi sto sparando 35 giorni consecutivi di lavoro in un'area deserta e incontaminata, secondo alcuni, "the last frontier in Australia". una certezza: il paese piu' vicino (6 mila abitanti) e' a oltre 250km da dove sono io. il 21 agosto torno on the road con destinazione Perth.
ti vengo a trovare ancora, tranquillo!