giovedì 3 gennaio 2008

Una giornata cinese

Arrivo a Zhengzhou nel cuore della notte, ore 3. Decido di sistemarmi in un albergo di fronte alla stazione dei treni: scelta facile e ovvia. Il primo albergo che ispeziono ha esaurito le camere singole a prezzi economici. Cerco altrove. Un piccolo cinese con un pastrano piu' grande di lui mi ferma in piazza e mi dirige su per le scale di un edificio. Al primo piano, piu' che ad una reception mi trovo di fronte al bancone di un bar dove alcune persone bevono birra. Nessuno parla inglese; cerco di farmi capire e mimo che devo dormire. Mi portano in una stanza con 4 letti e una grande televisione. Per 60 yuan (6 euro) e' tutta mia. Non male, penserete, invece no! Il letto e' un asse di legno sul quale e' poggiato un micro materasso. Monastico.

Un soggiorno particolare

L'albergo si sviluppa tutto al primo piano di un alto condominio. Il lungo corridoio, bianco e lucente, ricorda la corsia di un ospedale. Su entrambi i lati le camere sono divise da sottili muri che non arrivano fino al soffitto; si fermano una ventina di centimetri prima, facendo somigliare la serie di camere alle celle di un alveare. Alle pareti sono appese foto di donne nude in pose sensuali. Non mi faccio troppe domande e mi infilo sotto le coperte. Sono stanchissimo.
La mattina successiva la prima immagine che mi riserva la giornata e' quella di un cinese intento a cagare, con una sigaretta in bocca, accovacciato su una turca. Sobbalzo dalla sorpresa. Quando ho aperto la porta del bagno (comune) non mi aspettavo certo un tale spettacolo. Invece del solito anti-bagno con lavandini e specchi mi trovo di fronte a due turche senza alcuna porta o muro di separazione tra di loro! Esco di scatto e mi avvio verso le doccie.
Scosto uno spesso telone di plastica e mi ritrovo in un grosso stanzone: al centro ci sono due enormi vasche da bagno, piene di acqua bollente, che potranno ospitare si e no una decina di persone alla volta. In un angolo della stanza c'e' una sauna di legno e lungo una parete una fila di doccie. Al centro, accanto alle vasche, ci sono due lettini per i massaggi. Tra i vapori e la condensa scorgo corpi nudi di cinesi che entrano e escono dalle vasche.
Mi spoglio e mi butto in una delle vascone, tra gli sguardi stupefatti dei cinesi e alcuni "good morning" pronunciati in tono ironico. L'acqua bollente e' una meraviglia, dopo 10 giorni di gelido Tibet. Benvenuto in Cina!
Uscito dal bagno collettivo e di ritorno verso la mia camera, scorgo un'altra grande stanza che fa da dormitorio. Ci saranno almeno due file da 10 letti e ci sono ancora parecchi cinesi in pigiama che dormono o giocano a carte in gruppi di 4.
La domanda che mi pongo e': ma dove diavolo sono finito? La risposta? Non lo sapro' mai! Non potendo leggere i caratteri in cinese dell' insegna, la cosa restera' per me sempre un mistero: albergo a ore? Diurno? Bordello? Mah... La clientela era unicamente maschile e l'ambiente molto comune e informale!


Kung Fu fighting

Vicino a Zhengzhou sorge lo Shaolin Temple, ragione per la quale ho deciso di fermarmi in questa citta' lungo il mio percorso dal Tibet a Hong Kong. Il tempio e' famoso perche' qui e' nata l'arte marziale del Kung Fu. E' una visita interessante, culminata da una dimostrazione di atletici monaci guerrieri.
Sul pullman verso il tempio conosco un signore cinese che parla abbastanza bene l'inglese. Dice di chiamarsi Morris e mi fara' da Cicerone nel corso dell'escursione.
Tornati a Zhengzhou nel tardo pomeriggio Morris mi chiede se sono interessato a visitare, l'indomani, Kaifeng. Dico di si (era, di fatto, nei miei piani). Insieme ad un altro reduce dell'escursione al Tempio Shaolin decidiamo per la visita a Kaifeng e chiudiamo la giornata con una cena.


Prelibatezze cinesi

Accetto di buon grado: mi evito la decifrazione del menu in cinese e lascio agli altri l'onere di scegliere le pietanze. Iniziamo brindando con un potente liquore di riso da 53 gradi! Riesco, con difficolta', a farmene dare solo meta' bicchiere. In testa risuona subito il campanello di allarme: evitare di ripetere la serata alcolica con i tassisti kirghisi.
Arriva il cibo: tra un piatto di pollo sminuzzato con peperoni e una insalata di cavoli e soya troneggiano due grossi pentoloni ripieni di zuppa colore marrone scuro. In uno navigano i pezzi di un enorme pesce: la pinna spunta come la punta di un iceberg in mezzo a un mare di peperoncini e i miei due nuovi amici cinesi si fiondano subito sui pezzi della testa, divisa a meta', del pesce: una prelibatezza! Pesco alcuni frammenti anche io e mangio piano, cercando di non soffocarmi con le lische. E' piccantissimo! Il cuoco e' andato giu' pesante: peperoncini a manciate; c'ha buttato una piantagione intera! Anche Morris e' in chiara difficolta': come me, tossisce e si soffia il naso in continuazione. Si giustifica dicendo che nella provincia da dove proviene non mangiano cosi piccante.
Passo al secondo pentolon dove galleggiano pezzi di carne molto scura e di consistenza spugnosa. Chiedo a Morris di spiegarmi cosa sto per mangiare. Risponde che e' "something inside the pig". Mmmmhhh. Descrizione insufficiente! Mi faccio coraggio e addento. Il sapore non e' cattivo ma e' troppo piccante. Anche qui, un delirio di peperoncini. Tra alcol e cibo mi ritrovo le pareti della gola in fiamme.
Ripiego sullo sminuzzato di pollo che, essendo meno piccante, finisco quasi tutto io. Morris mi chiede se voglio qualcos'altro. No no no. "Bene cosi", rispondo, mentre mi asciugo le gocce di sudore sulla fronte. Poi i miei due nuovi amici pagano la cena e mi riportano in taxi all' "albergo comune".
Che giornata, tra albergo e ristorante un vero e proprio shock culturale. Divertente pero'!
L'indomani con Morris, che continua imperterrito a chiamarmi Prene' (perche' quella P in eccesso?) visitiamo Kaifeng, a una cinquantina di km da Zhengzhou e cementiamo il nostro sodalizio con un'altro pranzo insieme.

Kaifeng e' sicuramente piu' interessante di Zhengzhou: ci sono piu' vestigia del passato da visitare: monumenti che hanno resistito ad un restauro "make-up" e alla furia devastatrice dei bulldozer cinesi.
Saluto Morris, che ritorna a Zhengzhou, mentre io resto ancora una giornata a passeggiare per i quartieri storici e i vivaci mercati notturni di Kaifeng.
Rene'

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Alzo le braccia!

Mario

Unknown ha detto...

BUON ANNO RENATO!!!

che fine hai fatto?
dove sei???

mik

René van Olst ha detto...

ciao a tutti!
sono nel sud del Laos e mi appresto ad entrare in Cambogia!

Anonimo ha detto...

grande Renè ora che abbiamo finito di leggere tutti i tuoi racconti io e Marta andiamo a prendere un gelato con la panna..!!! Da quanto non ne mangi uno.?? Da quando sei partito quanti polli hai ingerito..??
Bien Rico sei un mito e per dirla tutta
ti stiamo invidiando molto...Viva lo sghibbio....Dicci un pò cosa è stato finora la tercera Mas affascinante...!!! Gabriele Marta