mercoledì 23 gennaio 2008

Le mille luci di Hong Kong

Ancora treni. Da Zhengzhou fino a Hong Kong, destinazione finale, passano si e no 20 ore e tre cambi: treno notturno, espresso locale e infine metropolitana. Quando riemergo in superficie vengo travolto dalla vorticosa Hong Kong. Sono sbucato a Times Square e intorno a me e' un tripudio di negozi, vetrine, addobbi natalizi, auto di lusso, musica e luci. Inizio a togliermi qualche indumento; sono ancora troppo vestito. Solo ieri ero nel freddo inverno della Cina centro-orientale mentre qui ci saranno si e no 25 gradi. Con la mia tenuta da "backpacker" - zaino e zainetto, pantaloni cargo e camicia stropicciata - faccio da mosca bianca in mezzo a colletti bianchi vestiti in giacca e cravatta e raffinate signore appensantite da borse per lo shopping. Ai piedi di un grattacielo attendo di ricevere da Wai Man, la ragazza di Giovanni, le chiavi del mio appartamento.
Si, ho una casa tutta mia! Merito di Giovanni, amico e ex collega di lavoro, che si e' trasferito a Hong Kong da poco piu' di 1 anno. L'appartamento in questione dovrebbe essere quello della sua ragazza ma, visto che convivono, risulta sfitto. In 35 metri quadri c'e' tutto quello che serve: una luminosa e stretta cucina, provvista di lavatrice; un soggiorno con tv, impianto stereo e un angolo per un tavolo e 4 sedie; un bagno e la camera da letto. Come fanno a starci tutte queste cose in 35 metri quadrati? Chiedere ai designer delle case scafandro targate IKEA. Intanto butto i panni zozzi in lavatrice e faccio partire la macchina.
Dire che Hong Kong e' una citta' vertiginosa e' troppo facile; chiamiamola allora "da torcicollo", che e' quello che sta per venire a me perche' continuo sempre a camminare con lo sguardo per aria. Non riesco a resistere alle pazze geometrie delle decine di grattacieli che, da Downtown, si spingono in su, lungo i fianchi di una collina, fino alle altezze di Mid Level. Sara' perche' ognuno vuole avere una vista su qualcosa che non esiste un edificio con meno di 30 piani?

Nel quartiere finanziario, dove i palazzi toccano il cielo, i pedoni possono camminare al primo piano. Molti edifici sono collegati tra loro da passarelle e ponti che scavalcano le vie piu' trafficate delle citta'. Orientarsi e' facile: le indicazioni sono in inglese ed e' un gioco da ragazzi scendere al momento e nel punto giusto. E, quando le strade iniziano a salire, seguendo i pendii di Victoria Peak, ecco partire una serie di scale mobili (le piu' lunghe al mondo!) che portano fino ai piani alti della citta'. Fantastico.

Incontro Giovanni la sera del primo giorno, all' ippodromo, che, tanto per cambiare, si trova in mezzo alla citta' ed e' circondato da grattacieli. Incredibile. Sembra di stare in mezzo a un videogioco. Trascinato dall'euforia della folla inizio a scommettere. Non vinco nulla, ma assistere ai cavalli che ti sfrecciano sotto il naso e' molto divertente.
Hong Kong e' una citta' che induce a spendere, consumare. Non c'e' un angolo senza un negozio, una boutique, un ristorante, un pub, un fast food. A SoHo, il quartiere dei ristoranti, potresti fare il giro del mondo, culinario, in un km quadrato. Poi ci sono i centri commerciali di Causeway Bay e di Central, dove tutto luccica, i gingles natalizi abbondano, una bionda di 30 metri in lingerie ti scruta dal fianco di un palazzo e i cartelloni pubblicitari si illuminano e parlano al tuo passaggio.
A Hong Kong non riesco a dormire piu' di 6 ore a notte. Non so cosa mi succede. C'e' troppa energia, troppa vita. Quando il giorno si spegne e migliaia di luci e neon trasformano i grattacieli della citta' nelle colorate candele di una gigantesta torta nuziale, le gente, dagli uffici, si riversa a fiumi a Lan Kwai Fon dove inizia e si consuma una lunga "happy night". Giovanni mi traghetta sicuro tra le acque agitate di un venerdi sera. Dopo un warm up a base di birra e musica latinoamericana, in un locale caraibico, ci spostiamo a Wan Chai, un quartiere degno, anni fa, di apparire nei piu' violenti action movies asiatici a base di malavita, donne, droga e bische clandestine. Tampinati dallo spettro di Bruce Lee facciamo due salti al Mes Amis prima di calarci nel torbido buio di un locale del quale non ricordo assolutamente il nome. Una band sta suonando dal vivo i brani hip hop piu' famosi del momento. Il bar rettangolare, al centro della sala, magnetizza una schiera di prosperose e succinte bellezze asiatiche in attesa di essere abbordate da una folta squadra di maschi bianchi di ogni eta'. Diciamo che siamo in una discoteca un po' diversa dal solito, dove non si va molto per il sottile. Veniamo ben presto fermati da due tipe che si spacciano per colombiane, salvo capitolare subito al nostro primo accenno di conversazione in spagnolo: fasulle! Passiamo oltre e ci buttiamo in pista dove un gruppo di filippine sta ballando in modo esagitato. Assecondiamo il loro ritmo fino a quando, provati dalla eccessiva calura del locale, ripiegiamo nuovamente verso la zona bar, punto di osservazione privilegiato dell' andirivieni di questo locale, dove si entra soli e molto spesso si esce accompagnati. Beviamo ancora qualche birra prima di chiudere questa lunga serata. All'uscita della disco respingiamo un paio di prostitute che vogliono assolutamente condividere il nostro taxi. No way, ragazze.

Hong Kong e' una citta' caleidoscopica: ha i grattacieli di New York, cerca di essere cool come Londra e allo stesso tempo mostra il suo volto inconfondibilmente asiatico. Un mix sconvolgente. L'aria e' fresca e frizzante come in ogni citta' di mare. Gia', il mare. E' la prima volta che lo vedo, dopo oltre 5 mesi di viaggio a zigo-zago per l'Asia. E' un momento importante: ho raggiunto la costa orientale del mondo!

5 giorni a Hong Kong. 5 giorni che finiscono cosi come sono cominciati: con il naso per aria; questa volta ad ammirare, sul molo di Kowloon, di fronte a Hong Kong Island, il laser show che alle otto di ogni sera trasforma i grattacieli di questa citta' in un immenso flipperone. Great.

Rene'

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Caspita, più lo leggo più mi emoziono..mi sembra di (ri)vedere HK sotto una luce diversa!!! poi comunque mi spiegherai come fai a ricordarti tutti quei particolari dopo le birre che ti sei fatto!! ;) torna pure, il risotto ti sta ancora aspettando!! :D

a presto!
gio

René van Olst ha detto...

grande gio
meglio le lasagne alla noce moscata!

Anonimo ha detto...

Grande....spesso ti invidio io chiuso in ufficio a farmi devastare ed il week end a devastarmi per dimenticare...
la voglia di mollare tutto alle volte è tanta ma il coraggio è poco.
Take care.
matteo Cerrato